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Sud Sudan
un Paese
che rischia
di esplodere

Tra guerre, carestie ed epidemie, qui
cresce una generazione potenzialmente
perduta: per questi bambini, Still I Rise
aprirà una Scuola di Emergenza
e Riabilitazione nella capitale Juba.

Il contesto

In Sud Sudan il fragile equilibrio si sta spezzando. Dopo anni di tregua armata, il più giovane Stato del mondo è di nuovo sull’orlo della guerra civile, mentre una crisi umanitaria di proporzioni drammatiche mette in ginocchio milioni di persone.

Il Paese non ha mai avuto pace vera dall’indipendenza del 2011. La rivalità politica ed etnica tra il presidente Salva Kiir, di etnia Dinka, e il suo ex vicepresidente Riek Machar, del gruppo Nuer, ha alimentato una guerra civile brutale dal 2013 al 2018. Nonostante l’accordo di pace firmato nel 2018, le tensioni non si sono mai placate: ritardi nell’unificazione delle forze armate, violenze locali e reciproca sfiducia hanno reso ogni tregua temporanea.

Il 2025 segna un nuovo punto di rottura. A marzo, Machar è stato arrestato nella capitale Juba, scatenando scontri armati tra lealisti e ribelli e facendo esplodere le tensioni politiche. Il Paese è così di nuovo precipitato nel caos: da Upper Nile a Juba, i combattimenti sono ripresi, mentre il governo ha chiesto rinforzi militari all’Uganda per proteggere la capitale. La comunità internazionale teme ora che il Sud Sudan cada definitivamente in una nuova guerra.

Il disastro umanitario

Mentre i leader politici combattono per il potere, il popolo sudsudanese affronta una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. Oltre 9 milioni di persone – più di due terzi della popolazione – dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere. La fame avanza inesorabile: tra aprile e luglio 2025, 7,7 milioni di persone faticheranno a trovare cibo sufficiente, con oltre 2,5 milioni in condizioni di emergenza e 63.000 sull’orlo della carestia.

La situazione sanitaria è altrettanto drammatica. Il Sud Sudan affronta la peggior epidemia di colera degli ultimi anni, con oltre 1 milione di persone colpite e 799 morti. Donne e ragazze sopportano il peso maggiore di questa crisi: oltre a rischiare di più in situazioni di violenza e sfollamento, si prendono cura dei malati di colera e dei bambini malnutriti, spesso in condizioni disperate. Con fondi umanitari molto limitati, le organizzazioni sul campo faticano a fronteggiare l’emergenza, lasciando milioni di sudsudanesi in bilico tra la vita e la morte.

La crisi educativa

Alla catastrofe umanitaria si aggiunge una crisi silenziosa, ma devastante: l’istruzione. Più della metà dei bambini in età scolare – oltre 2,8 milioni – non va a scuola. I tassi di iscrizione sono tra i più bassi al mondo: appena il 37,6% frequenta la scuola primaria e solo il 5% riesce ad accedere alle scuole secondarie.

La mancanza di scuole e insegnanti qualificati aggrava il quadro. Metà del personale docente non possiede una formazione adeguata e le classi sono sovraffollate, con una media di 59 studenti per ogni insegnante. Le infrastrutture scolastiche sono fatiscenti: quasi una scuola su cinque è chiusa a causa di conflitti o disastri naturali, il 63% non dispone di servizi igienici e oltre la metà manca di acqua potabile sicura.

Il risultato è una generazione privata del diritto all’istruzione: solo un adulto su tre in Sud Sudan sa leggere e scrivere, con un tasso di alfabetizzazione intorno al 34,5%. Senza investimenti immediati, il futuro del Paese rischia di svanire, soffocato dalla povertà, dalla violenza e dall’ignoranza.

Una Scuola Still I Rise

In questo contesto drammatico, Still I Rise ha deciso di intervenire e di avviare le operazioni per aprire una Scuola di Emergenza e Riabilitazione a Juba, la capitale del Sud Sudan, centro politico, economico e amministrativo del Paese.  

La città soffre per infrastrutture molto fragili, tra strade non asfaltate, limitato accesso all’acqua potabile ed elettricità disponibile solo in alcune zone. Qui l’accesso all’istruzione è una delle emergenze più gravi: le scuole pubbliche sono poche, sovraffollate, spesso danneggiate o prive di materiali essenziali. 

La capitale accoglie infatti bambini da tutto il Paese, tra sfollati, rifugiati, orfani: costruire qui una Scuola di Emergenza e Riabilitazione di Still I Rise è una scelta strategica per contribuire al futuro del Sud Sudan.

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