NORD OVEST
SIRIA
Dare visibilità a un conflitto dimenticato
La situazione umanitaria
La Siria è dilaniata da una guerra decennale. Operiamo nella regione Nord-Ovest del paese (NWS), dove vivono oltre 4,5 milioni di persone, di cui più di 3,4 milioni sono sfollati interni e l’80% sono donne e bambini. La situazione umanitaria si aggrava sempre di più, con il 90% della popolazione che necessita di aiuti immediati. Col nostro lavoro di advocacy ci impegniamo affinché nessuno sia lasciato indietro, denunciando le ingiustizie e sensibilizzando l’opinione pubblica su questa realtà dimenticata.
Il terremoto
Il terremoto che ha avuto luogo il 6 febbraio 2023 ha causato la morte di 6.392 persone in tutta la Siria, con oltre il 70% dei decessi nelle aree controllate dall'opposizione nel Nord-Ovest del Paese. Qui il valico di confine con la Turchia rimase chiuso e non arrivò alcun tipo di supporto per giorni. Diverse persone hanno perso la vita sotto le macerie dopo il sisma, perché non c'erano i mezzi per salvarle.
Crollo del sistema scolastico
Il collasso del sistema scolastico rispecchia l'impatto pervasivo del conflitto sul presente e sul futuro. Con quasi 2 milioni di bambini in età scolare, nel Nord-ovest della Siria quasi la metà è esclusa dal sistema scolastico. Le pressioni economiche, unite alla carenza di scuole e di personale, contribuiscono a un calo significativo della frequenza durante l'adolescenza rendendo l'istruzione un privilegio per pochi anziché un diritto universale.
Emergenza sanitaria
Le strutture sanitarie della Siria nord-occidentale sono spesso bersaglio di attacchi militari. L'isolamento internazionale aggrava la cronica carenza di strutture, personale e attrezzature. La povertà dei sistemi idrici e igienico-sanitari, il dissesto dei sistemi sanitari di monitoraggio delle malattie, il collasso del sistema sanitario e il deterioramento delle condizioni socioeconomiche aggravano la situazione.
La manipolazione degli aiuti umanitari
Il valico di Bab al-Hawa, lungo il confine tra Siria e Turchia, è l’unico accesso per gli aiuti umanitari nella regione, fondamentale per la sopravvivenza di 4.5 milioni di persone. Tuttavia, il suo utilizzo è soggetto all’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in cui la Russia esercita il suo potere di veto a sostegno del regime, trasformando gli aiuti umanitari in un’arma politica.