Il procedimento avviato lo scorso 24 dicembre si appella all’art.39, interim measures, del Regolamento di procedura della Corte Europea e per la prima volta si focalizza sui minori non accompagnati (MSNA) di Samos: il governo greco dovrà disporre il loro tempestivo trasferimento in un luogo sicuro, nel rispetto dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti. Le associazioni denunciano, infatti, la costante situazione disumana in cui versano i MSNA sull’isola di Samos, con conseguenze fisiche e psicologiche devastanti: la lunga permanenza nel Centro di Ricezione e Identificazione (RIC) e negli accampamenti abusivi circostanti rappresenta un rischio reale di danni irreparabili per le vite di questi minori. Qui risultano attualmente accampate 7.497 persone, in uno spazio pensato per 648. Bambini e adolescenti sono continuamente esposti alla violenza: lotte, tensioni e rivolte sono frequenti nell’hotspot, con un reale rischio di sfruttamento e abuso. Anche la cosiddetta “Sezione Minori” all’interno del RIC di Samos è completamente inadeguata: nonostante il presunto controllo della polizia all’ingresso, gli adulti hanno facile accesso all’area. Stress, ansia, disperazione, senso di umiliazione con conseguenze particolarmente traumatiche sono tra gli effetti deleteri registrati in questi minori a causa della loro forzata e prolungata permanenza.
«Siamo incredibilmente grati alla Corte per questa misura provvisoria, in attesa della sentenza. È da anni ormai che migliaia di minori vivono in queste condizioni di vita allucinante e illegale nell’hotspot di Samos», afferma Giulia Cicoli, cofounder di Still I Rise. «Siamo tutti felicissimi per questi cinque ragazzi, che ora dovranno essere trasferiti in un centro per minori adeguato, ma ci sono altri 400 minori qui che versano nelle stesse condizioni e circa 2000 sulle cinque isole greche. È arrivato il momento che altri Stati europei facciano la propria parte, prendendo volontariamente questi bambini e ragazzi. Che Europa saremmo, altrimenti?»
LA DENUNCIA ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
Dalle testimonianze di cinque MSNA tra i 15 e i 16 anni, tutti provenienti dall’Afghanistan, è stato delineato un quadro quotidiano di costante deprivazione dei loro diritti fondamentali, a partire dalla mancata assegnazione di un tutore legale, figura indispensabile per garantire i diritti dei minori non accompagnati, nonché per seguire le pratiche burocratiche sia per il trasferimento nella Grecia continentale, sia per il ricongiungimento familiare. I minori hanno dichiarato di essere nel RIC o nella “giungla” da un tempo variabile tra i 3 e i 10 mesi e denunciano che la distribuzione del cibo sia totalmente insufficiente, così come l’accesso alle strutture igieniche, alle cure, all’assistenza medica e a servizi di supporto psicosociale. In tre casi su cinque, il Regional Asylum Office di Samos ha fissato l’appuntamento per il primo esame della richiesta di asilo nel 2022, ben tre anni dopo la prima registrazione. In due casi, inoltre, l’anno di nascita dei minori è stato riportato erroneamente dalle autorità: per uno di loro, questo ha comportato l’iniziale catalogazione come adulto, anziché come minore. Al loro arrivo sull’isola, nessuno dei minori ascoltati ha ricevuto una sistemazione. Quattro su cinque sono stati costretti a vivere nell’accampamento abusivo circostante per un periodo variabile da 1 a 3 mesi, prima di ricevere un alloggio di fortuna nel RIC, mentre uno dei minori vive ancora nella “giungla”, in tende estive, senza alcuna protezione dal freddo e dalle condizioni meteorologiche: in caso di pioggia, tende e rifugi vengono invasi da acqua e fango. All’interno del campo, i container sono sovraffollati e in condizioni degradanti: i minori devono spesso dormire a turno o in coppia in un letto singolo, a volte sul pavimento, senza lenzuola, coperte o cuscini. In merito ai servizi igienici, solo un bagno di tutta la “Sezione Minori” ha acqua calda, non vengono forniti articoli per l’igiene personale e l’abbigliamento è totalmente insufficiente per affrontare la stagione invernale. I minori denunciano, inoltre, la presenza di topi, serpenti, insetti e rifiuti ovunque: a causa delle drammatiche condizioni di vita, le malattie dermatologiche sono la norma e l’accesso ai servizi medici e psicosociali è molto limitato. Nessuno degli adolescenti riceve istruzione formale o partecipa ad attività ricreative. La questione della sicurezza è un altro punto fortemente carente: i minori sono esposti continuamente alla violenza e agli ingressi di adulti all’interno della sezione. Inoltre, in occasione del grande incendio divampato il 14 ottobre 2019 e delle rivolte interne al campo, la polizia non è intervenuta per proteggere i minori, né per informarli di alcun piano di evacuazione: la porta d’ingresso alla Sezione Minori è stata al contrario chiusa a chiave, tanto che i minori sono sfuggiti alle fiamme solo grazie ad alcuni passaggi di fortuna aperti nel recinto circostante. I minori a Samos si sentono totalmente abbandonati dalle autorità e senza alcuna protezione.
LE ATTIVITÀ DI STILL I RISE PER LA TUTELA DEI MINORI NON ACCOMPAGNATI
Still I Rise è un’organizzazione non profit internazionale, fondata nel 2018: l’obiettivo primario è offrire educazione e protezione ai minori profughi. Attiva nell’hotspot di Samos, in Grecia, dalla sua costituzione Still I Rise ha fornito educazione informale a circa 2000 bambini vulnerabili attraverso Mazì, il centro per adolescenti profughi dell’isola. A partire dalle quotidiane testimonianze di abusi nel campo da parte dei bambini, raccolte nell’arco di due anni, Still I Rise ha depositato il 12/06/2019 una denuncia penale alla procura di Samos contro la gestione del Centro di accoglienza e identificazione dell’isola, per condannare le violazioni dei diritti umani perpetrate contro la popolazione minorile non accompagnata che vive nel campo. La stessa denuncia è stata depositata alla procura di Roma il 19/06/2019. La causa è arrivata in Parlamento Europeo con due interrogazioni parlamentari, la prima a firma di Pietro Bartolo – Vicepresidente della Commissione LIBE, la seconda a firma di Rosa d’Amato, Laura Ferrara, Isabella Adinolfi. Un’altra interrogazione parlamentare è stata presentata al Ministro degli Esteri del Governo Italiano, a firma di Angela Schirò e Lia Quartapelle Procopio.
Still I Rise è costantemente attiva nella protezione e nella difesa dei diritti dei minori non accompagnati presenti sull’isola.