In un mondo ideale, ogni bambino dovrebbe pensare solo ad andare a scuola, a giocare con gli amici, a volare ogni giorno con la fantasia, circondato dall’amore della sua famiglia.
Nel mondo reale, invece, un bambino su 10 è costretto al lavoro minorile: dati OIL/Unicef parlano di 160 milioni di bambini coinvolti, con una crescita di 8,4 milioni solo negli ultimi 4 anni. Per molti, ha inciso l’abbandono del sistema scolastico in seguito alla pandemia di Covid-19.
Anche nelle zone di operazione di Still I Rise, il lavoro minorile è una piaga ben conosciuta: in questi luoghi, togliere i ragazzi dalla strada e portarli a scuola è una sfida quotidiana.
Varie sono le strategie che mettiamo in atto.
Nel Nord Ovest della Siria, ad esempio, distribuiamo puntualmente alle famiglie pacchi di cibo dello stesso importo che i ragazzi guadagnerebbero con un mese di lavoro. Allo stesso modo, provvediamo anche a fornire kit igienici, beni di prima necessità e un pasto sicuro ai nostri studenti, ogni giorno.
In Grecia e Kenya, dove garantiamo colazione e pranzo, supporto sociale e psicologico, durante il lockdown abbiamo distribuito power bank, ricariche per il cellulare e anche tablet per garantire la continuità didattica a distanza.
“Per assistere ulteriormente gli studenti e le loro famiglie, forniamo sempre tutto il materiale scolastico necessario, pacchi di cibo regolarmente programmati, più articoli per l’igiene e abbigliamento, quando necessario”, racconta Sarah Evans, Direttrice dei Programmi di Still I Rise. “Crediamo che l’istruzione sia fondamentale per la riduzione e la prevenzione del lavoro minorile. Fornendo l’accesso a un’istruzione di alta qualità e assicurando un approccio completo alla cura e al sostegno, lavoriamo per mantenere protetti questi bambini e le loro famiglie”.
Grande importanza ha il ruolo del Child Protection Manager e di tutto il team dedicato alla protezione e alla salvaguardia del minore.
“Il nostro team dedicato valuta attentamente e controlla da vicino i nostri studenti per individuarne con puntalità i bisogni e il loro migliore interesse. Per raggiungere questo obiettivo, collaboriamo anche con altri attori per garantire che i bisogni fisici e psicologici dei nostri ragazzi siano soddisfatti.”
Nelle scuole Still I Rise, coltiviamo inoltre percorsi di consapevolezza e di autodeterminazione, affinché i nostri studenti e le nostre studentesse possano avere gli strumenti per rispondere alle ingiustizie e far valere i propri diritti inalienabili.
“Questi ragazzi vulnerabili e le loro famiglie hanno bisogno di un approccio olistico all’educazione”, conclude Sarah Evans. “Anche per questo, nei nostri programmi promuoviamo l’istruzione delle ragazze e l’educazione sui diritti dei bambini e sul lavoro minorile. La consapevolezza e l’empowerment sono al centro dei nostri valori fondamentali e della nostra etica”.