Continua la criminalizzazione da parte del governo greco nei confronti di chi difende i diritti umani dei richiedenti asilo: stavolta nel mirino del Ministro dell’Asilo e dell’Immigrazione, Notis Mitarachi, sono “le informazioni privilegiate degli avvocati locali”, che “devono essere indagate dalle autorità”, come dichiarato su Twitter. Senza mezzi termini, l’obiettivo della sua accusa è Dimitris Choulis, avvocato e consulente di Still I Rise, reo di aver allertato lo scorso 3 novembre l’europarlamentare Cornelia Ernst circa uno sbarco e conseguente rischio di respingimento a Samos.
L’On. Ernst si trovava in visita sull’isola con una delegazione della Commissione LIBE: alla notizia di quanto stava accadendo, ha deciso di recarsi nei boschi insieme a un gruppo di operatori di Medici Senza Frontiere e all’avvocato Choulis, trovando qui cinque persone di origine somala, nascoste tra alberi e vegetazione per paura della polizia. Queste hanno dichiarato di essere arrivate in barca con altre 19 persone (tra cui donne e tre bambini), di cui si sono perse totalmente le tracce, poiché probabilmente già respinte verso la Turchia.
«C’erano almeno 4 macchine della polizia in diversi punti, due identificate e due non, nel luogo di arrivo vicino a un monastero in cima alle montagne. Alcuni poliziotti avevano l’uniforme, altri no. Non era chiaro se stessero cercando di localizzare le persone o se ci stessero sorvegliando. Un po’ più in là c’era una macchina vuota non identificata, abbiamo poi scoperto che la macchina doveva appartenere ai due uomini, che abbiamo visto sul posto con una divisa blu, mascherati con passamontagna e senza alcuna insegna di identificazione», ha dichiarato Cornelia Ernst su Twitter. «Per me è chiaro che, trovandoli e consegnandoli fisicamente alla polizia greca, abbiamo evitato un potenziale respingimento. Ho letto troppi rapporti ben documentati per credere che queste persone avrebbero potuto chiedere asilo se non fossimo stati lì».
Sempre su Twitter, Cornelia Ernst dichiara di aver informato la delegazione su quanto visto. Durante la conferenza stampa della delegazione, a domanda diretta, il Presidente della Commissione LIBE Juan Fernando López Aguilar dichiara tuttavia che la delegazione non ha assistito ad alcun respingimento illegale. Ed è a questo punto che arriva l’affondo del Ministro Mitarachi: «Dura smentita oggi in prima pagina su @efsyntakton. L’incidente di ieri a Samos e le “informazioni privilegiate” degli avvocati locali richiedono un’indagine da parte delle autorità.»
«Il Ministro sostiene che avessi un’informazione privilegiata in merito all’arrivo dell’imbarcazione. Questo significa necessariamente che il numero di persone era 24 e non 5», replica Dimitris Choulis. «Allora indaghiamo sul modo in cui ho avuto l’informazione: è facile da spiegare, dato che il mio numero di telefono è condiviso nella comunità dei rifugiati di Samos, i quali sono incoraggiati a chiamare per denunciare qualsiasi violazione dei diritti umani. E poi indaghiamo su dove sono le altre 19 persone scomparse da quella barca. Sono disposto a spiegare a qualsiasi autorità come funziona il lavoro di un avvocato, e sarò estasiato nell’ascoltare come funziona la scomparsa delle persone».
Dimitris Choulis è l’unico avvocato, nato e cresciuto a Samos, che abbia deciso di farsi avanti e combattere per lo stato di diritto sulla sua isola. Nell’ultimo anno, si è impegnato in prima linea per prevenire i respingimenti e assicurare alle persone un modo legale per registrare le loro richieste di asilo. Ha difeso più volte i richiedenti asilo criminalizzati dalle autorità e si è sempre esposto personalmente nel richiamare le autorità per la loro condotta.
«Dimitris Choulis è al fianco di Still I Rise sin dagli inizi: nel 2018, è stato l’unico avvocato dell’isola che abbia aiutato la nostra organizzazione nel processo di registrazione in Grecia. Successivamente, ha sostenuto e presentato alla Procura di Samos la denuncia penale di Still I Rise contro la manager dell’hotspot, sulle violazioni dei diritti umani dei minori non accompagnati. E sempre Dimitris Choulis ci rappresenta ogni volta che c’è un attacco strumentale da parte delle autorità», dichiara Giulia Cicoli, Direttrice Advocacy di Still I Rise.
«Come ritorsione per la sua attività in difesa dei diritti umani, subisce continuamente attacchi sui social media e sulle testate greche. Ora, anche le minacce di indagini penali contro di lui da parte del Ministro dell’Immigrazione. Non possiamo permetterlo: quando è troppo è troppo! La Commissione Europea ha avuto due anni e prove su prove per portare avanti un’investigazione seria sui respingimenti illegali: ora c’è anche la testimonianza oculare e diretta di un’europarlamentare. Di cos’altro c’è bisogno per dire “basta” a tutto questo?» (Comunicato stampa)