Consolate Kazamba Mujinga ha 13 anni. Prima di essere accolta nella Scuola di Emergenza e Riabilitazione aperta da Still I Rise a Pamoja, ha lavorato nelle miniere che sorgono nell’area di Kolwezi, nel Sud del Paese. Oggi Consolate Kazamba Mujinga ripercorre quell’esperienza raccontandone i pericoli quotidiani, inclusi pestaggi da parte dei padroni e malattie.
Riportiamo di seguito la sua testimonianza, nell’ambito dell’iniziativa “Through Our Voices”, un progetto di advocacy Still I Rise nato per raccontare quello che succede nei Paesi in cui operiamo attraverso le voci dei nostri studenti e delle loro famiglie. Il secondo capitolo di “Through Our Voices” è dedicato alle condizioni di lavoro dei bambini nelle miniere (leggi anche: R.D. Congo, voci dalla miniera di Mutoshi: «Rischiamo la vita per 10 dollari al giorno» e R.D. Congo, storia di un ex minatrice: «Still I Rise ha salvato me e le mie figlie»).
«Vivo in una famiglia di 6 persone, composta da cinque figli (un maschio e quattro femmine) e nostra madre. Veniamo dal territorio di Kasaji, nella provincia di Lualaba, ma oggi viviamo a Kolwezi.
Da quando siamo arrivati a Kolwezi, tutto è cambiato, questo è stato l’inizio del calvario della nostra famiglia.
Dove abitiamo non ci sono viali, le case sono costruite in disordine. Nel mio quartiere vengo spesso insultata dalle gang locali. Prima di essere aiutati da Still I Rise, a volte non avevamo cibo per molti giorni. Abbiamo difficoltà a pagare l’affitto e, quando arriva la fine del mese, mia mamma deve recarsi alla cava per prendere i soldi per pagarlo.
Mia mamma aveva studiato alle elementari, ma non ha terminato gli studi, mentre io ho iniziato a frequentare la scuola di Still I Rise a febbraio 2022.
Ho lavorato nelle miniere con mia madre e i miei amici, ho raccolto e lavato i minerali. Durante questo periodo ho trovato un po’ di soldi per comprare vestiti e scarpe e sono riuscita anche a farmi le treccine!
Mentre lavoravo nelle miniere mi ammalavo ogni volta dopo aver lavato i minerali nell’acqua sporca. La malaria mi affliggeva costantemente e la famiglia non aveva i mezzi per curarmi, mi sentivo spesso in pericolo.
Con i miei amici, quando entravamo nelle miniere altrui, se arrivava il proprietario ci picchiava e ci cacciava senza tener conto della nostra età.
Ricordo che un giorno eravamo in una miniera con le mie cinque amiche. Ci ha trovati il proprietario, ci ha frustato e cacciato lanciandoci delle pietre, mentre scappavo sono caduta e mi sono ferita alla gamba, da quel giorno la caviglia della gamba sinistra si è slogata e deformata.
Eravamo in tanti nelle cave e ci sono ancora altri bambini che sono lì a lavorare duramente.
La cava è un posto pessimo, non è adatta ai bambini, e ci sono tante malattie. Entrando nelle cave di altre persone c’è il rischio che ci siano frane e puoi morire sul colpo. Ci sono alcuni proprietari che, quando trovano un bambino nella loro miniera, lo uccidono e lo lasciano lì, ricoprendolo con la terra.
Quando vedo gli altri bambini, dico loro che non vado più nella miniera e che ora sono diventata una studentessa. Cercherò un modo per sensibilizzare i loro genitori a mandarli a scuola.
La scuola di Still I Rise mi ha già aiutata molto. Mentre ero a casa lavoravo in cava, non sapevo né leggere né scrivere ma da quando sono arrivata nella scuola Pamoja sono completamente cambiata, so già leggere, scrivere e parlo francese e, quando sono malata, la scuola si prende cura di me. Quando avrò finito i miei studi, diventerò un medico per curare le persone, e avrò molti soldi per costruire la mia scuola che farà uscire i bambini dalla miniera.
C’è una grande differenza tra la scuola Still I Rise e le altre, qui gli insegnanti hanno molta esperienza e possiamo studiare informatica perché abbiamo anche i computer per esercitarci e poi ci insegnano a scrivere bene.
Dove ho studiato in precedenza, avevo terminato solo il primo anno, mi sono limitata alla seconda primaria per mancanza di risorse. Dovevamo pagare per avere accesso al corso, anche solo per avere un libro. Anche la mia salute è completamente cambiata, mangio qui nella scuola Pamoja, cosa che non avviene nelle altre scuole. Danno anche da mangiare alla mia famiglia e fanno tanto altro, la lista è lunga, non potrei dirla tutta, tutto questo costituisce una grandissima differenza tra questa scuola e le altre.
Nelle strade di casa, oggi provo la gioia di vedere che anch’io sono diventata una studentessa come gli altri e i bambini con cui eravamo nella cava sono sorpresi di vedermi in uniforme».
E tu cosa puoi fare per aiutarci?
Aderisci alla campagna “Basta bambini nelle miniere” e firma la petizione!
Unisciti alla GRANDE FAMIGLIA di Still I Rise e dona ora!