Continuano i bombardamenti nell’area del Nord Ovest della Siria da parte delle forze alleate al regime di Assad: negli ultimi tre giorni almeno 37 morti e 109 feriti, tra cui molte donne e bambini. Questa notte nel mirino anche l’area di Ad Dana, dove si trova la scuola di Still I Rise: ad oggi lo staff dell’organizzazione è illeso, ma sono in corso le ricerche di alcuni studenti.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera e da EHA News, informazioni confermate anche dallo staff locale di Still I Rise, nel corso della notte sono state sganciate bombe a grappolo e bombe al fosforo bianco, bandite a livello internazionale le prime dalla Convenzione ONU sulle bombe a grappolo (2008) e le seconde nell’uso contro i civili dalla Convenzione delle Nazioni Unite su Certe Armi Convenzionali (CCW, 1980).
Si tratta dei peggiori attacchi dal 2020 in un’area già gravemente martoriata: oltre a morti e feriti, si stanno verificando ingenti sfollamenti per allontanarsi dalle città e dai villaggi colpiti, ma nel mentre, gli attacchi si estendono in aree sempre più estese.
«Sono originario di Aleppo e il futuro è cupo per me e per la mia famiglia perché quei giorni di Aleppo che ho vissuto, e che ancora sogno, stanno tornando», ha dichiarato Abdulkafi Alhamdo, Program Manager di Still I Rise. «L’orrore, la paura e la morte torneranno presto e questa volta non ci sono posti dove scappare. Siamo nell’ultimo avamposto della Siria, mentre le frontiere sono chiuse e l’inferno arriva dal cielo. Speriamo che qualsiasi attacco prevedibile venga fermato prima che accada. Altrimenti i massacri saranno inevitabili e terribili».