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Attraverso i nostri occhi: vivere da bambini in un campo profughi

Dopo aver girato oltre 36 città nel mondo, la mostra fotografica “Attraverso i nostri occhi” di Still I Rise diventa un libro, edito da BUR Rizzoli e disponibile in tutte le librerie a partire dal 3 novembre: gli autori destineranno i loro proventi alle attività educative della scuola in Siria.

La presentazione del volume avverrà il 5 novembre alle ore 18 con uno speciale evento online sul sito della libreria Il Giardino dei Libri. Protagonista sarà Nahid, una delle piccole autrici delle fotografie, che porterà la propria testimonianza al fianco di Nicolò Govoni e Nicoletta Novara, con la speciale partecipazione di Pietro Bartolo, Vicepresidente Commissione LIBE al Parlamento Europeo.

Durante l’evento, sarà lanciato anche il primo episodio della web-serie “Attraverso i nostri occhi”: un documentario che permetterà ancora di più al pubblico di capire e conoscere la realtà quotidiana vissuta dagli adolescenti profughi.

Il libro è un vero e proprio progetto corale: si apre con una favola scritta da Nicolò Govoni, che narra una storia toccante di amicizia, integrazione e sopravvivenza nella cornice dell’hotspot di Samos. Prosegue con le lettere di Nicoletta Novara a introdurre le due sezioni pre e post pandemia, per poi arrivare al cuore pulsante del progetto: le fotografie dei bambini e ragazzi profughi sull’isola, che raccontano una quotidianità divisa tra gli orrori di un campo profughi disumano e lo splendido stupore nella scoperta della cultura europea, in cui si immerge la loro speranza di un domani migliore.

Sono proprio i ragazzi a parlare delle loro vite, dei loro sogni e delle loro lotte quotidiane. Lo fanno in prima persona, con una didascalia ad accompagnare ogni scatto realizzato attraverso le tecniche apprese durante il corso di fotografia seguito a Mazì, il centro educativo di Still I Rise per adolescenti profughi sull’isola di Samos.

«A Mazí abbiamo usato la fotografia per restituire loro la prima persona singolare. Non volevamo che qualcun altro parlasse per loro, ma abbiamo cercato di comprendere meglio, attraverso i loro occhi, la condizione di rifugiato», racconta Nicoletta Novara, insegnante del corso e curatrice del progetto. «L’hotspot di Samos sembra lavorare sul filo sottile dell’annientamento umano, piuttosto che sul fronte dell’accoglienza. I nostri studenti combattono ogni giorno una battaglia personale di resistenza contro un sistema che non li percepisce come esseri umani in una condizione di fragilità quanto piuttosto come una entità scomoda e non degna di far parte della società civile».

«Mi sento molto orgoglioso», conclude Nicolò Govoni, Presidente di Still I Rise. «Sono sette anni che lavoro per raggiungere questo obiettivo: permettere a bambini che vivono ignorati di raccontarsi senza intermediari, senza filtri, senza strumentalizzazioni. Mettere la mia voce e la mia piattaforma al loro servizio è l’onore della mia vita». (Comunicato stampa)

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