Ma’an, che in arabo significa “insieme”, sorge nella città di Ad-Dana e a pieno regime potrà accogliere fino a 80 bambini e bambine che hanno perso tutto. Ad oggi, a causa delle limitazioni governative di contenimento dell’epidemia da Covid-19, il centro supporterà gli studenti iscritti e le loro famiglie con la distribuzione di pacchi alimentari, in attesa di poter partire con le attività educative.
«Abbiamo lavorato tantissimi durante il lockdown per riuscire ad aprire il nostro centro Ma’an il prima possibile. Questo perché la situazione lì è terrificate: con circa 3,7 milioni di sfollati interni e il crollo della sterlina siriana, le persone vivono sotto la minaccia continua di bombardamenti facendo la fame. Purtroppo il coronavirus è arrivato pure lì, e ci ha impedito di aprire come centro educativo», spiega Giulia Cicoli, Programs & Advocacy Director di Still I Rise.
«Abbiamo deciso di non arrenderci e, rispettando tutte le regole, abbiamo iniziato a iscrivere studenti a cui possiamo donare pacchi alimentari e cercare di capire come meglio supportarli durante la pandemia. È una goccia nell’oceano, ma fa la differenza per questi bambini. Siamo stati incredibilmente fortunati ad aver trovato un team sul campo eccellente, professionale, gentile e appassionato come noi. Un bambino alla volta, insieme, proviamo a cambiare il mondo». (Comunicato stampa)