Finalmente a Scuola
Negli ultimi giorni del nostro viaggio in Siria, abbiamo vissuto un momento atteso da anni: entrare per la prima volta nella nostra Scuola ad Ad Dana. “Questa era l’unica Scuola in cui nessuno di noi è mai potuto andare e a cui io sono particolarmente legata perché è stato mio compito aprirla col team sul campo durante la pandemia nel 2020,” racconta Giulia Cicoli, direttrice raccolta fondi di Still I Rise.
Ad Dana, una cittadina che prima della guerra contava 20.000 abitanti, oggi ne ospita 200.000, a cui si aggiungono 2,5 milioni di persone nei campi profughi circostanti. È qui che abbiamo scelto di aprire la nostra Scuola, in un’area più sicura, lontana dalle zone di conflitto.
“Quando siamo arrivati a Scuola, abbiamo trovato tutti gli studenti e gli insegnanti pronti ad accoglierci con canti, coriandoli, festeggiamenti e persino una torta con una nostra foto! È stata davvero un’emozione unica che non dimenticherò mai.” Dopo anni di lavoro a distanza, l’incontro di persona con il team è stato speciale, e le giornate trascorse con gli studenti, che ci hanno inondato di affetto e regali fatti a mano, sono state indimenticabili.
Le emozioni sono proseguite durante la distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie dei nostri studenti. Casa per casa, tenda per tenda, ci hanno accolto con caffè e ospitalità, nonostante vivano in condizioni precarie.
La gioia per la fine del regime di Assad si mescola ora a un grande punto interrogativo sul futuro perché il destino della Scuola verrà deciso nei prossimi mesi. L’abbiamo infatti aperta in un periodo di guerra, per raggiungere le persone più vulnerabili. Ora però la maggior parte delle persone potrebbe finalmente tornare a casa. “Il problema è che le loro case non esistono più… Ora tornare a casa significherebbe di nuovo abbandonare tutto e ricominciare di nuovo da capo, con il peso di 13 anni di sofferenze, povertà e dolori.”
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