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Come ci siamo
riusciti?
Sfatiamo il mito
di Still I Rise

L'editoriale di Nicolò Govoni

L’editoriale di Nicolò Govoni

Cosa c’è dietro?

E dopo aver smontato il mito di Nicolò Govoni, te ne faccio cadere un altro: Still I Rise. Siamo partiti sei anni fa, dal nulla. Abbiamo aperto Scuole tra Grecia, Siria, Kenya, Congo, Yemen e Colombia. Siamo i primi al mondo ad aver democratizzato l’istruzione dell’élite, il Baccalaureato Internazionale, offrendola gratis ai bambini più vulnerabili del pianeta. Nel 2023 siamo stati nominati al Premio Nobel per la Pace (i parlamentari che ci hanno nominato l’hanno annunciato pubblicamente, con buona pace di chi sostiene che le nomine siano secretate per 50 anni, cosa che sono solo finché il proponente non rompe il silenzio). Rifiutiamo fondi statali, dell’UE, dell’ONU e di multinazionali poco etiche. Non scendiamo a compromessi di alcun tipo. Devolviamo il 95% di ogni donazione alle attività e meno del 5% a gestione e raccolta fondi. Non siamo gli unici ma siamo pochissimi in Italia. Insomma, come diavolo ci riusciamo!?

“Come ci riescono?” si chiedono tutti, alcuni con meraviglia, altri con sospetto. Sono dei geni? Degli angeli? Dei miracolati? O forse c’è del marcio sotto? Chi ci sta veramente dietro? Quello che abbiamo ottenuto in questi anni è notevole, ma non è affatto inspiegabile. È tutto quanto umano. I miracoli non c’entrano nulla. E oggi te lo spiego per filo e per segno. Oggi, finalmente, ti smitizzo il lavoro di Still I Rise.

Raccolta fondi

 “Dicono di rifiutare fondi statali, sovranazionali e di multinazionali poco etiche. Hanno raccolto 3.000.000€ nel 2023. Puntano a 4.000.000€ nel 2024. E dicono di devolvere il 95% a programmi e attività, e solo il 5% a gestione e raccolta. Dicono… ma come cavolo ci riescono!?”

È presto detto: grazie ai canali digitali. Ora ti condivido la nostra conoscenza interna, i dati che solo chi lavora a Still I Rise può vedere. Mentre la maggioranza delle grandi realtà no-profit si erge ancora su metodi di marketing vetusti – pile di lettere nella casetta della posta, armate di dialogatori per strada, telefonate assillanti – noi, essendo nati in modo del tutto spontaneo, abbiamo reinventato l’approccio puntando tutto sui canali digitali. I social – e dunque il passaparola – per noi sono cruciali. Contiamo, tra le mie pagine personali e quelle di Still, più di 1.163.000 seguaci. Abbiamo registrato 10.338 donatori nel 2023 (l’ultimo anno completamente rendicontato). Come vedi, basta che l’1% di chi ci legge doni quanto può, e noi siamo in grado di raggiungere gli obiettivi economici necessari a cambiare il mondo.

Ma scendiamo in profondità. Finalmente svelata la formula per la raccolta fondi di Still I Rise:

TIPOLOGIA DI DONATORI. Dato che da statuto rifiutiamo finanziamenti pubblici e sovranazionali, il 100% dei nostri donatori è composto da privati. Si ripartiscono come segue: 76% individui, 7% aziende, 17% fondazioni.

DONAZIONE MEDIA SINGOLA. Sotto i 1000€: 47,00€. Generale (contando anche le grandi donazioni): 60,00€.

PICCOLI DONATORI VS GRANDI DONATORI. I piccoli donatori (chi dona meno di 1000€ in un anno) sono il 33% del totale. I grandi donatori (chi dona più di 1000€ in un anno) sono il 67%.

MESE PIÙ PROSPERO. Dicembre 2023 con una raccolta pari a 970.000€ (incluso 5×1000).

MESE MENO PROSPERO. Agosto 2023 con una raccolta pari a 110.714,00€.

MEDIA GIORNALIERA. 8.040,00€. NUMERO MEDIO DONATORI GIORNALIERI. 119.

PICCO GIORNALIERO. 108.099,00€ il 29/05/2023 (bonifico di una fondazione).

MINIMO GIORNALIERO. 209,00€ il 07/10/2023 (questi sono i giorni in cui ti tremano le gambe).

LUOGO DI PROVENIENZA. Italia: 94%. Estero 6% (ma sono in gran parte italiani all’estero).

DONATORI REGOLARI: 2759 nel 2023 (la nostra certezza, la nostra salvezza, vi amiamo).

STRUMENTI DI RACCOLTA. PayPal: 326. SDD bancario: 1048. Carta di credito 438. Stispay: 191. Bonifico permanente: 180. Donorbox: 540. DONATORI TOTALI DI STILL I RISE: 30.600.

Inoltre, ogni anno Still I Rise pubblica i propri i bilanci finanziari e le relazioni delle attività, che dettagliano le spese effettuate e i fondi raccolti. Dopodiché, come richiede la legge, un revisore fiscale indipendente ricontrolla ogni nostra spesa e ogni nostro investimento, certificando la validità e la veridicità del nostro bilancio, per poi renderne conto allo Stato italiano. Dopo sei anni di operazioni, riusciamo ad assicurare ancora un notevolissimo 95% di fondi devoluti alle attività e un magro 5% a gestione e raccolta, proprio perché, anziché utilizzare strumenti obsoleti e costosi, facciamo raccolta fondi tramite digitale.

Scuole nel mondo

Sto per darti un’altra delusione – ci ho preso gusto, ormai. Pronti? Io non ho la minima idea di come si apra una Scuola. Ebbene sì, l’ho detto. So ideare una Scuola. So progettare una Scuola. E so svilupparla, una volta aperta. Ma aprirla, fisicamente? Non ne ho la più pallida idea. E va bene così, perché non me ne occupo io.

È Giovanni Volpe, capo della Area Legale e dei Programmi di Still I Rise, a farlo. Dopo aver studiato da avvocato a Parigi, presso una delle università migliori del mondo, anziché fare carriera negli studi legali parigini, ha deciso di dedicare la sua formazione a cambiare il mondo. E come lo fa?

1. Conduce uno studio di fattibilità sui Paesi considerati. 2. Stabilisce un contatto con chi già opera in loco. 3. Si reca fisicamente sul posto. 4. Studia il diritto del Paese in questione e lo risolve come un puzzle. 5. Inizia a cercare proprietà. 6. Assume la leadership del progetto. 7. Si occupa della contrattazione (è il negoziatore migliore che abbia mai incontrato) e della contrattualistica. 8. Si rapporta con le autorità per l’ottenimento dei permessi. 9. Supervisiona la costruzione o la ristrutturazione. 10. Assume il resto del personale, coordina l’iscrizione dei bambini e sovrintende all’apertura della Scuola. Ecco, l’ho detto. Io faccio la mia parte. Giovanni la sua. Lo facciamo da soli? Certo che no. E ora ti spiego il Team Globale.

Baccalaureato internazionale

In un settore, quello dell’aiuto umanitario e della cooperazione, in cui è considerato normale dare le briciole e puntare sulla quantità, sopratutto nell’istruzione, noi facciamo qualità. Anzi, facciamo eccellenza. Apriamo Scuole di livello globale nei contesti più disperati e le gestiamo negli anni. Siamo i primi in assoluto ad aver democratizzato il Baccalaureato Internazionale, l’istruzione più ambita, costosa ed esclusiva che esista, offrendolo gratis ai bambini vulnerabili in una baraccopoli. Come ci riusciamo? Semplice: grazie al Team Globale.

Il Team Globale di Still I Rise è formato da 32 professionisti di altissimo livello, che si occupano di pianificazione, supervisione, monitoraggio, sviluppo e rendicontazione. Lavoriamo completamente da remoto e ci dividiamo in cinque dipartimenti strategici: Programmi, Educazione, Raccolta Fondi e Comunicazione, Risorse Umane e Finanza.

Programmi si occupa di aprire e gestire le Scuole nel mondo. Capitanato da Giovanni Volpe, conta cinque colleghi, che si occupano di logistica, approvvigionamento e sviluppo dei plessi, di misurare l’impatto e del rispetto degli obblighi normativi. Educazione, capitanato da Mike Fisher, conta sei colleghi, e si occupano di analisi ed elaborazione della didattica nelle Scuole, sviluppo professionale degli insegnanti, ricerca del Metodo Educativo e rapporti con le altre scuole.

Raccolta Fondi e Comunicazione, capitanato da Giulia Cicoli, conta dodici colleghi che si occupano non solo di ufficio stampa, social, grafica, video, cura del donatore e del database, grandi donatori ed eventi, ma anche di difesa dei diritti umani, sensibilizzazione e advocacy. Risorse Umane, capitanato da Stefania De Vanna, conta tre colleghi e si occupa di assunzioni a livello globale, libro paga e diritto del lavoro. E Finanza, capitanato da Laura Arduini, conta tre colleghi, e si dedica all’analisi contabile, alla rendicontazione e all’osservanza delle norme statali del Terzo Settore. Ecco svelato l’arcano.

Riusciamo a raggiungere risultati unici perché cinque anni fa, anziché rimanere un gruppetto di volontari, abbiamo deciso di strutturarci e, attraverso grandissimi sacrifici, diventare un’organizzazione professionale. È difficile. Gestirla richiede 16 ore di lavoro al giorno. Ma quando vedi i risultati, ne vale la pena.

Miracoli? No, Matematica!

Ed ecco che crolla il mito di Still I Rise. No, non siamo dei geni. Non siamo degli angeli. Non siamo “speciali”. Siamo persone normalissime. Abbiamo deciso di formarci, organizzarci e non arrenderci mai, fino a raggiungere l’obiettivo. E tu sei liberissimo di continuare a nutrire dubbi nei confronti nostri, del nostro lavoro e dei nostri moventi. Ma siamo sicuri che il tuo scetticismo sia veramente onesto, o forse ti fa comodo?

Sì, forse ti fa comodo pensare che siamo speciali, che quanto facciamo è miracoloso o che c’è dell’opaco sotto perché così scagioni te stesso da una verità di cui sei pienamente consapevole, che tu lo ammetta ad alta voce oppure no: potresti, ma non stai facendo abbastanza. È un alibi, il tuo. Screditi ciò che funziona non perché non ti convinca, ma perché ti conviene.

Insomma, Still non è un miracolo. È matematica. A volte sbagliamo i calcoli, e il risultato finale si discosta dalle aspettative. Ma così si articola il processo scientifico. Si tenta, si sbaglia, si tenta di nuovo, si sbaglia un po’ meglio, e si continua a errare e ritentare, con approccio sistematico, finché non si ottiene il risultato sperato. È sì faticoso, ma è l’unico modo di fare innovazione.

Questa è la formula per cambiare il mondo.

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