Nel settembre del 2020, il campo di Moria, nell’isola greca di Lesbo, veniva completamente distrutto da un incendio. La diretta conseguenza fu che migliaia di persone si trovarono a vivere in strada, mentre i rappresentanti e i funzionari della UE promettevano che non ci sarebbero state “altre Moria”. È passato un anno e il governo greco, con l’appoggio dell’Unione Europea, ha dimostrato di aver solo inasprito le proprie posizioni riguardo le migrazioni e la criminalizzazione dei richiedenti asilo.
Still I Rise, insieme ad altre 44 Ong e organizzazioni della società civile, ha creato e diramato un policy brief per sollecitare l’Unione Europea e il governo greco a cambiare approccio: anziché lavorare per favorire l’integrazione, stanno innalzando muri di cemento e recinzioni attorno a decine di campi già esistenti, costruendo nuovi campi in luoghi inaccessibili sulle isole dell’Egeo e facendo passare leggi per limitare ulteriormente la libertà di movimento dei residenti dei campi e l’accesso delle Ong e dei giornalisti.