L’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Chicago ospiterà la mostra “Through Our Eyes”, un progetto fotografico lanciato nel 2019 da Still I Rise. L’inaugurazione si terrà il 14 settembre e la mostra sarà aperta al pubblico dal 16 settembre all’8 ottobre 2023.
“Through Our Eyes” racconta storie di migrazioni, guerra e povertà attraverso le immagini scattate da bambini rifugiati e vulnerabili nell’isola di Samos, in Grecia, nella città di Al Dana, nel Nord-Ovest della Siria, e nello slum di Mathare a Nairobi, in Kenya.
Tutti i 156 bambini coinvolti nel progetto sono studenti delle scuole di Still I Rise. “Through Our Eyes” sarà ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, l’ufficio culturale del Consolato Generale d’Italia in città, nell’ambito del progetto “Chi Siamo: (Re)presenting Italian Culture”, dedicato ai temi di rappresentazione, diversità e inclusività nella cultura italiana.
«La mostra è una parte importante della nostra programmazione del 2023», afferma Luca Di Vito, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, «perché si collega ad alcuni dei progetti che stiamo portando al pubblico locale, relativi alle migrazioni e a come questo argomento sia rappresentato nelle arti italiane. “Through Our Eyes apre un capitolo della programmazione di quest’anno, che proseguirà a ottobre con una serie di proiezioni di film italiani proprio su questo stesso tema, permettendoci di continuare a discutere di temi socialmente rilevanti che parlano a un pubblico globale».
«Portare “Through Our Eyes” a Chicago, e negli Stati Uniti, ci consentirà di sensibilizzare un nuovo pubblico non solo sulle condizioni di vita dei bambini rifugiati e vulnerabili in tutto il mondo, ma anche sui loro sogni e sulle loro speranze per il futuro», afferma Giulia Cicoli, Direttrice Comunicazione e Fundraising di Still I Rise. «Non dobbiamo dimenticare che sono attori protagonisti delle loro vite e delle decisioni che prendono. Troppo spesso ne parlano solo i media o alcune organizzazioni internazionali: noi crediamo che le loro storie debbano essere raccontate attraverso i loro stessi occhi». (Comunicato stampa)