Qual è il costo umano della nostra dipendenza dal cobalto? E cosa c’entrano i nostri studenti? Continua il viaggio di “Through our voices” in Repubblica Democratica del Congo e, ad accompagnarci questa volta è Deborah Kasongo Lukaya, 12 anni, studentessa della nostra scuola Pamoja ed ex minatrice.
«Vivo in una famiglia di 6 persone composta da papà, mamma e 4 bambini, due maschi e due femmine e io sono la più giovane. Veniamo dal villaggio di Lubyaya, nel territorio di Kabongo ma attualmente viviamo a Kolwezi. Entrambi i miei genitori hanno terminato la scuola secondaria. Mio padre ha frequentato la scuola di biologia e chimica e mia madre di scienze dell’educazione, ma erano tutti e due disoccupati prima di trasferirci.
Un bellissimo ricordo che ho è quello di essere stata reclutata da Still I Rise proprio mentre lavoravo nelle miniere.
Ho iniziato a frequentare la scuola Pamoja a marzo 2023. Non ho ancora avuto grandi difficoltà qui a scuola, ma quando ne ho non mi faccio prendere dal panico.
Sono felice di venire a scuola perché qui sono attenti a noi, ci insegnano a scrivere e leggere in francese, tante materie diverse, ad usare il computer e a saperci relazionare con gli altri.
Vicino a casa nostra c’è una cava, dove lavoravo con mia madre e mia sorella. Portavo i sacchi di terra da lavare, raccoglievo e smistavo i minerali da vendere. Quando lavoravo ero riuscita a guadagnare dei soldi, li ho dati a mia madre e lei mi ha comprato delle scarpe perché le mie si erano rotte.
Mi sentivo male ogni volta che raccoglievo minerali e spesso me li rubavano. Non mi sentivo al sicuro a fare questo duro lavoro, il mio corpo si sentiva molto male.
Ho assistito a un caso di violenza, quando due minatori stavano litigando, uno di loro ha colpito l’altro con il piede di porco alla gamba, mi sono sentita male quando ho visto questa grande ferita e il sangue.
Ci sono ancora bambini nelle miniere, dico loro che la cava non è un luogo adatto ai bambini, perché il posto di un bambino è la scuola.
Ci sono molte cose brutte che accadono lì, dalle malattie alla morte e tutto il resto. Se un bambino va in miniera, potrebbe diventare un delinquente o un ladro come gli altri che sono lì.
Quando finirò gli studi, mi piacerebbe diventare medico, e voglio anche diventare sarta per cucire i vestiti. L’istruzione è importantissima per me: quando finirò gli studi, non dovrò più soffrire nella mia vita futura.
Sono stata in un’altra scuola prima di venire qui, ma non capivo bene le materie che ci venivano insegnate, mentre qui capisco molto bene tutto quanto.
Quando mi vedo in uniforme nel mio quartiere, mi sento felice, soddisfatta e fortunata di ricevere un’istruzione gratuita e di qualità in un ambiente in cui mi sento protetta.
Sono cambiata completamente, non si vede ma sono ingrassata, non mi ammalo più ogni volta, e mi sento più intelligente».
E tu cosa puoi fare per aiutarci?
Aderisci alla campagna “Basta bambini nelle miniere” e firma la petizione!
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